GNOSIS
Rivista italiana
diintelligence
Agenzia Informazioni
e Sicurezza Interna
» ABBONAMENTI

» CONTATTI

» DIREZIONE

» AISI





» INDICE AUTORI

Italiano Tutte le lingue Cerca i titoli o i testi con
Per Aspera Ad Veritatem n.21
Tolleranza zero

Georges Fenech - Edizioni Medusa, Milano, 2001





Georges Fenech, magistrato quarantaseienne, ha rivestito diverse cariche tra cui quella di giudice istruttore e procuratore della Repubblica. Ricopre attualmente la carica di avvocato generale alla Corte d'Appello di Lione ed è altresì presidente del sindacato indipendente dei magistrati francesi. L'Autore, appartenente alla tradizione giacobina della cultura politica francese, denuncia in questo saggio il fallimento di un'intera cultura che ha portato, nelle città francesi, ad un livello di criminalità e d'insicurezza sociale mai registrato prima.
Il testo, nell'edizione italiana, viene presentato con una doppia introduzione. Quella di Sergio Romano che, partendo da una ricollocazione storico-sociale europea, circa i temi della criminalità e dell'immigrazione, si sofferma, con importanti riflessioni, sulle diverse politiche d'integrazione attuate dai vari Stati e sulle forme "d'ingresso" nei paesi europei, tra cui clandestinità o richiesta di asilo politico.
La seconda, di Gherardo Colombo, evidenzia le differenze esistenti tra l'Italia e la Francia in ordine alla criminalità urbana, al quadro normativo e alla struttura processuale. In particolare il magistrato evidenzia come nel quadro normativo italiano il fermo di polizia è scomparso da tempo e l'azione penale è esercitata da procuratori completamente indipendenti dal potere politico.
Per quanto riguarda la struttura processuale, Colombo cita a titolo esemplificativo l'esistenza d'oltralpe della figura del giudice istruttore cui contemporaneamente fanno capo poteri investigativi e poteri decisori mentre in Italia vige il principio che il giudice deve essere terzo rispetto al caso sul quale è chiamato a decidere.
Tale scelta editoriale garantisce al testo un respiro di livello europeo.
Nel saggio "Tolleranza zero" viene descritta la situazione della criminalità urbana nelle città francesi e lo stretto legame di questa con fenomeni quali l'immigrazione e la delinquenza minorile. Fenech, come evidenzia nel sottotitolo, sente fortemente il bisogno di trovare una possibile via da percorrere per riuscire a marginalizzare, se non a debellare, tale situazione.
Basandosi sull'esperienza personale, analizza i diversi atteggiamenti assunti nei confronti del fenomeno da parte delle Istituzioni: polizia, giudici e politici.
Egli si fa sostenitore di una tesi che auspica la necessità di un cambiamento culturale: passare cioè dalla cultura dell'indulgenza, che venne espressa nel maggio del ‘68 con il famoso slogan "vietato vietare", alla cultura della responsabilizzazione, che Fenech identifica nello slogan "tolleranza zero".
Motto ripreso dalla ormai famosa campagna anticrimine messa in campo tra gli anni ‘90-'99 dall'ex sindaco di New York Rudolph Giuliani che ha significato, in quel contesto, una importante vittoria contro ogni forma di delinquenza.
"Tolleranza zero" rappresenta, per l'autore, un modo di comunicare un diverso atteggiamento da parte della società nei confronti del delinquente abituale per cui si esige una piena assunzione di responsabilità per le proprie azioni sottoponendole ad una pena certa. Lo slogan sta a significare la fine della mentalità del perdonismo, della deresponsabilizzazione e del buonismo nei confronti di chi commette un crimine.
Fenech infatti nel suo libro afferma: "prevenzione e repressione vanno di pari passo, ma la migliore prevenzione rimane la certezza della repressione".
L'autore sa bene che lo strumento della repressione non è stato né può essere l'unico mezzo di contrasto, infatti ricorda: "persino i regimi più tirannici non sono riusciti a estirpare completamente la violenza. Le peggiori pene corporali inflitte nel Medio Evo non hanno mai scoraggiato i banditi di strada spinti dal desiderio di denaro o semplicemente dalla fame".
Egli si fa portavoce di un nuovo indirizzo a cui polizia, giudici e politici devono ispirarsi: "è giunto il momento di preoccuparsi di meno delle cause del crimine e di interessarsi di più al criminale stesso".
Il testo di Georges Fenech, anche se attualmente risulta lontano dalla situazione italiana, come evidenziato anche dagli autori dell'introduzione, deve comunque essere tenuto nella giusta considerazione, attivando approfondimenti e dibattiti in ogni settore della società che viene ad essere coinvolto, affinché, in prospettiva futura, le nostre città, i nostri concittadini possano godere di una sicurezza maggiore di quanto sia capitato ai cittadini francesi.



© AGENZIA INFORMAZIONI E SICUREZZA INTERNA